Quando le emozioni si fanno troppo forti, la cosa migliore da fare è trovare un posto sicuro in cui lasciarle uscire: un bosco pieno di silenzio e rassicurante penombra; davanti al mare, talmente profondo da non temere il buio in cui mi trovo a nuotare.
Forse è per questo che molti suicidi avvengono in acqua: perché l'acqua è la nostra prima essenza, quella in cui veniamo concepiti, in cui cresciamo e da cui nasciamo.
E poi continua a far parte di noi, a tal punto che non possiamo restare a vivi a lungo, senza di lei.
L'acqua è la mia vera madre e da lei desidero ritornare quando mi sento perduta.
In acqua posso galleggiare oppure annegare.
In acqua non mi serve avere qualcosa di solido su cui poggiare: per questo l'acqua mi fa sentire bene, mi permette d'essere libera dalle radici, di volare, pur restando ferma, di riappropriarmi d'una dimensione intima in cui aderisco all'universo che mi circonda, senza sentirmi separato da lui.
Nell'acqua posso ritrovare l'abbraccio, perduto alla nascita, quello al quale desidero tornare da una vita e del quale accetto a fatica l'interminabile nostalgia.
L'acqua mi completa e mi consola, può riempire i miei vuoti con la sua inafferabile fluidità.
Nell'acqua posso anche solo specchiarmi e cercare di capire chi io sia, guardandomi semplicemente negli occhi, prima di provare a guardarmi dentro.
Un omaggio per Pittino.
10 mesi fa
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