martedì 23 febbraio 2010

l'insostenibile leggerezza dell'essere (cassaintegrati) - parte terza


(ovvero: LA VENDETTA; la mia, ovviamente)
Finalmente svelato il mistero, ma neanche tanto; per fortuna, almeno, è uscito fuori il nome del prodigioso macchinario ed ecco, quindi, da chi sono scampata, peraltro con una prova d'attrice che mi meriterei l'Oscar... da bagno oppure il "Premio Faccia Tosta 2010".
I dettagli? Eccoli.
Ore 11: rieccomi nel solito posto, mi fanno accomodare in una saletta dove circa una ventina di persone (un buon 80% ben più giovani di me) attendono di sapere la verità.
Alle pareti, da un lato, improbabili foto di animali ed altro associate a parole significative, "IMPEGNO", "AFFIDABILITA'", "POSITIVITA'" (oppoverame!)
Dall'altro immagini ancor più improbabili (e chiaramente messe come suadenti trappole acchiappafessi) di paradisi terrestri, Maldive, Alcantara, Sharm El Sheik, che, come ben sa chi mi segue e mi legge, su di me non hanno alcun effetto, visto che detesto viaggiare.
La somiglianza con un set di Scherzi a Parte è sempre più inquietante; ho i brividi, ma è solo perché la stanza non è caldissima.
In sottofondo, prima e dopo lo svolgimento del "briefing", un orrendo live dei Negramaro, per il cui ascolto forzato medito di chiedere i danni psichici e morali.
Finalmente, con cinque minuti di ritardo (per dare tempo a chi arriva fuori tempo) inizia la rivelazione.
Il tipo che mi ha "esaminata" appare a fianco di un altro personaggio, che si presenta, tradendo un (quantomeno) simpatico accento laziale. Di Latina, specifica subito dopo; trovandosi in terra ad alta percentuale leghista è probabilmente abituato a difendere prontamente la propria provenienza geografica.
Per circa un'ora e mezza lo ascolto parlare di cose scontate ma messe abilmente in fila ad arte, partendo da una carrellata semiseria su chi è l'azienda, chi rappresenta, chi c'è "dietro" e la multinazionale americana e una sfilza di nomi (tutti verificabili e realmente esistenti, ma a che pro?), tanto per impressionare il pubblico.
Poi, primo annuncio significativo: l'azienda che cerca personale NON è quella che produce il macchinario, bensì una società commerciale che si occupa di formare personale e di promuovere il prodotto (tuttora misterioso).
Dopodiché, secondo annuncio: l'indicazione, apparentemente dettagliata e precisa, delle figure professionali che l'azienda sta cercando: centralino-call center (ma NON è telemarketing! non è richiesta alcuna esperienza), risorse umane (ma solo per laureati in scienze dell'informazione e cose simili), consulente pubblicitario (ma non avevano detto che NON si facevano pubblicità e bastava "il passaparola"?), commerciale ed assistenza tecnica.
I suddetti dipartimenti o reparti vengono poi specificati meglio quanto ad orari e tipo di inquadramento (salto i dettagli per non appesantire il racconto, ma soprattutto perché li ho già rimossi dalla memoria).
Poi, inserendo ad arte frasi del tipo "se non avete voglia di essere positivi, perché non siete rimasti a casa?" e sciocchezze pseudopsicologiche del genere, l'infervorato di turno prosegue, parlando del periodo iniziale (retribuito, come sottolineato più volte) di formazione ed affiancamento, di durata variabile secondo il ruolo, regolarizzato da un contratto tipo apprendista; quindi non un contratto vero di lavoro, in quanto è FORMAZIONE, ma che loro retribuiscono (che filantropi!) a differenza degli altri che, invece, a suo dire, la fanno pagare.
Seguono, quindi, altre cascate di dettagli, apparentemente (lo ripeto!) chiarificatori, in realtà atti a distrarre e stordire il pubblico, ignaro della discutibile messinscena.
Tant'è che, alla fine dello "spettacolo", sono uscita con un gran mal di testa, forse per lo sforzo fatto per cercare di restare lucida e centrata, respingendo il condizionamento occulto.
L'incontro si avvia fortunatamente alla fine, non prima di aver nuovamente ripetuto i DIRITTI e DOVERI del "lavoratore", con particolare attenzione ed accento sui soliti cinque concetti, gli stessi ripetuti anche sulle foto alle pareti; insomma, un autentico lavaggio del cervello, ancor prima di quello dei pavimenti!
Infine viene richiesta una breve presentazione di ciascuno, mentre l'esaminatore/formatore prende appunti sulle schede di ogni candidato, chiedendo ad ognuno di dire cosa si aspetti da un'azienda che lo assume,
La mia? "Ho 42 anni [in realtà li compirò venerdì ;-)], sono in cassaintegrazione con un punto di domanda e sono qui per ascoltare la vostra proposta. Da chi mi assume mi aspetto il giusto riconoscimento, economico e personale, e delle mie capacità. Grazie."
Infine, alle 12,30, come più volte ripetuto, un brevissimo colloquio eliminatorio (intanto era tornato l'orrendo sottofondo musicale dell'inizio), con il tipo "glam" ed un'altra figura aziendale importante (ma vestita con il gusto di una che esercita per strada) che pronunciano man mano i nomi e fanno accomodare i malcapitati in una stanza a parte, dove il suddetto formatore dà o meno il verdetto finale.
Insomma, una vera bufala.

E neanche la consolazione d'una buona mozzarella.

Dalla quale mi sono appunto salvata, recitando, alla grande.
Infatti, quando arriva finalmente il mio turno, dopo aver mentalmente ripassato la parte nell'ultima ora e mezza, mi presento sorridentissima ed esordisco, mentre il tipo era già partito a propormi di fare la consulente (quindi mi avrebbero preso), dicendo che, solo per cortesia nei loro confronti e dei presenti, quando mi sono presentata, mi sono astenuta dal dire che, in realtà, la mattina stessa ho saputo che tra una settimana sarei rientrata al lavoro e che, per questo, preferisco rinunciare all'opportunità di lavorare per loro.
Ovviamente il tipo è rimane sorpreso, ma recupera subito il colpo, affermando che anche lui avrebbe fatto la stessa scelta e che mi ringrazia di lasciare ad altri, più bisognosi di lavorare di me, la possibilità di trovare un lavoro.
Insomma, ho fatto la figura di persona POSITIVA, CORRETTA, PUNTUALE e pure GENEROSA.
E ti credo che mi avrebbero preso!
Infine, tanto per chiarire fino in fondo con chi hanno a che fare, chiedo cosa avrebbero fatto del mio curriculum; alla risposta che lo avrebbero gettato via, insisto per averlo indietro, visto che non ho firmato nulla che li autorizzi al trattamento dei miei dati ai sensi della legge sulla privacy (e che so' scema io?). Il tipo ha cerca una pallida rivincita, facendomi notare che il curriculum è scarabocchiato: ed io, cortesemente, ripeto che lo butterò via non appena fuori da là.
Ripreso il mio curriculum e sfoggiando l'ultimo, sfavillante sorriso, finalmente esco.
Arrivata finalmente in auto, lascio sfogare la risata che trattenevo da due ore.
Ma passato lo sfogo, mi prende una grande amarezza, rendendomi conto che il mondo è davvero pieno di gente che pensa solo a fregare il prossimo...
(Link alle puntate precedenti:
parte prima
parte seconda)

2 commenti:

fabio r. ha detto...

puzza di cacca? è marrone scuro come la cacca? è (il più delle volte) informe come cacca? ebbene sì. è CACCA!
c'avevi visto bene!

ziamaina ha detto...

Fabio: proprio così. E chissà che almeno il loro prodigioso macchinario riesca a pulire ciò che tanto abilmente riescono a spargere intorno :-\