sabato 28 maggio 2011
orribilandia: la (brutta) storia infinita
Dov'ero rimasta?
Ah sì: qui.
Ieri ore 11 ultima assemblea durante la mia cassaintegrazione STRAORDINARIA, in cui il sindacato avrebbe dovuto prospettare due possibili esiti:
- fine del lavoro il prossimo 31 maggio (tecnicamente sarebbe domenica 29) con passaggio alla procedura di mobilità. In tempi relativamente brevi percezione della liquidazione, con conseguente relativa tranquillità per me che, con una "bella" estate da gattara alle porte, avrò certamente (e purtroppo) molto da fare.
- oppure, ipotesi paradossale, ma comunque conveniente alla sottoscritta, prosecuzione della cassaintegrazione ORDINARIA grazie al trasferimento (in teoria, solo "nominale") in un altro stabilimento, nel quale la proprietà ha già progettato di spostare tutta l'attività attualmente in "funzione" a orribilandia (che si trova a circa 10 km dal secondo stabilimento).
Evento tutt'altro che indolore, in quanto, a seguito dell'accorpamento dei due organici, si origineranno altri 30 esuberi e quindi altri prevedibili tagli.
In ogni caso, a prescindere dagli effetti sugli altri colleghi non ancora colpiti dalla mannaia aziendale, per me si sarebbe trattato di una delocalizzazione sotto controllo e mi avrebbe assicurato altri sei mesi di stipendio, anche se ridotti al solito meno del 70%, ma con il vantaggio di stare a casa, dato che la rotazione, per i motivi sopra elencati, si palesava quanto mai improbabile.
Questa, quindi, la situazione alle ore 12 circa.
Nel primo pomeriggio, appena sveglia dal consueto recupero dell'infausta insonnia notturna ricevo una telefonata il cui assurdo senso è questo: mi è stata spedita l'ennesima raccomandata in cui si dice che devo rientrare. Ma siccome forse non arriverà in tempo ("Per forza, GRANDISSIMO IDIOTA" - avrei voluto urlare al cretino di turno - "se la spedisci sempre all'ultimo momento!"), posso (DEVO) comunque presentarmi lunedì in ufficio.
Mi riprendo, lentamente inebetita, dalla doccia fredda; nel frattempo fuori infuria un fortunale, in cui pioggia e grandine sono la materializzazione acquosa e ghiacciata delle mie imprecazioni più terribili.
E dopo mezz'ora richiamo, per avere almeno qualche dettaglio più preciso.
Quindi chiedo: ma per quanto tempo rientrerò stavolta? Non si sa.
E in quale ufficio sarò? Non si sa.
E in quale stabilimento? Non si sa.
Insomma nessuna certezza: tranne il fatto che qui il rispetto è andato veramente a farsi fottere, che la mia serenità è definitivamente compromessa e che se un giorno sarò protagonista di un fatto di cronaca nera, almeno avrò lasciato una traccia pubblica in questo blog del mio devastante percorso verso una più che comprensibile follia.
ULTIM'ORA:
in tarda mattina è arrivata la famigerata raccomandata (forse le bestemmie servono, dopo tutto...).
Due comunicazioni, scritte in una lingua che definire italiano farebbe rivoltare nella tomba da Manzoni a Montanelli, da Foscolo a Sciascia, da Leopardi alla Fallaci...
In sostanza: il rientro per sospensione dalla CIGS (ossia Cassa Integrazione Guadagni Straordinaria) è previsto dal 30 maggio al 10 giugno.
Però dal 31 maggio, per "imprescindibile necessità di riorganizzare la complessiva struttura della società, al fine di contenerne i costi, anche recuperando efficienza (quale? hahahaha!) mediante azioni di concentrazione delle varie operatività e di accorpamento in un'unica sede aziendale dei reparti ed uffici ora dislocati in più sedi...(omissis) ... Ella (sì, Fitzgerald!) sarà trasferita alla predetta unità operativa di... (omissis) Presso tale Unità Operativa (perché in maiuscolo? delirio di grandezza?) Lei (ma non era Ella?) svolgerà mansioni di impiegata (e certo, perché di operaia non credo proprio...)".
La suddetta comunicazione, al cui confronto la lettera di Toto' e Peppino suona come un trattato di alta sintassi del periodo, dovrà, inoltre, esser restituita FIRMATA per accettazione, in sede.
Non serve specifichi che, chi mi conosce anche solo un po', sa che lunedì scatenerò dir poco l'inferno, anche in assenza di un qualunque segnale.
E che quella comunicazione, caso mai verrà da me firmata, lo sarà, ma nel sangue.
Quello di chi ha deciso tutto questo.
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2 commenti:
Insomma, allora hai la possibilità di continuare a lavorare anche se in un'altra sede? Beh, meglio che il licenziamento, quello sarebbe ancora più tragico secondo me! Fai comunque la scelta che tu ritieni migliore per te, anche se io ti consiglio di stringere i denti ed andare avanti. Facci sapere come è andata lunedì.... Un abbraccione di incoraggiamento, ciao!
Ornella: non hai capito bene la situazione: non ho alcuna possibilità di scelta, giacché se rifiuto, perdo anche quel poco di merdosissima esistenza lavorativa che mi resta.
Ce l'hanno sempre loro dalla parte del manico: ma se pensano di uccidermi, sarà una lunga battaglia, fino alla fine.
E non è affatto detto che sarò io perdere la guerra, qualunque essa sarà.
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