Sono tre anni che quel giorno sembra essere già arrivato: e invece mi viene il dubbio che potrebbe ancora essere per strada.
No, non sto parlando del 13 dicembre e nemmeno del solstizio d'inverno che, come spiegato esaurientemente qui, è quello al quale andrebbe, casomai, associato il titolo di questo post.
Parlo di buio interiore.
Di quel giorno dal quale in poi, auspicabilmente, toccato il fondo una volta per tutte, finiranno i pensieri amari.
E i dispiaceri.
E i dolori.
E le rotture di coglioni.
O almeno quel giorno in cui, finalmente, mi accorgerò che il peggio sarà passato e potrò (ri)cominciare a scorgere un po' di luce.
Un filino, mica una finestra spalancata, talmente luminosa che devi guardarla ad occhi socchiusi; una fessura di chiarore in cui trovare il coraggio di rialzare la testa, senza paura di prendere altre bastonate.
Ma adagio, ché dopo anni di sguardo a terra, sarebbe troppo rischioso rialzarsi di colpo, non essendo più abituati a guardare avanti, oltre stasera.
Oltre domani.
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1 commento:
i miei migliori e sinceri auguri! con affetto, MR.
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