Con l'arrivo del caldo e l'impossibilità di usare il forno per ovvi e numerosi motivi (tra cui il fatto che con l'aria condizionata sempre accesa, il forno NON regge!), mi sono intestardita nel cercare qualche ricetta di cheese cake fredda, dolce che assaggiai per la prima volta nel 2000 durante un viaggio (ebbene sì!) tra Los Angeles e San Francisco e dal quale rimasi molto affascinata.
Scartate le versioni con le uova, visto che in quel caso la cottura nel forno sarebbe stata indispensabile, ho spulciato varie ricette di torte "crude" che mi sembravano più o meno fattibili.
Quella che più mi ha convinta ed a cui mi sono ispirata è questa, con alcune piccole variazioni personali, compresa la presentazione in coppa, invece che nel consueto formato derivante da un adeguato stampo apribile inferiore ai 24 cm (che NON ho!).
Ecco, quindi, la mia ultima versione:
Ingredienti (per 2 coppe grandi oppure 4 coppette da 100ml)
Per la base: 80g di biscotti secchi (tipo digestive) tritati finemente
50g di burro non completamente fuso (sono andata "a occhio")
Per la crema: (ultima versione)
125 ml di yogurt bianco non zuccherato
200gr di robiola
6 cucchiaini di zucchero
100ml di panna da montare
4g di colla di pesce (2 fogli di gelatina)
scorza di mezzo limone non trattato (ricavata a striscioline con il rigalimoni)
Preparazione:
Per la base: si mescolano bene i biscotti tritati con il burro sciolto e si versa il composto ottenuto nelle coppe, cercando di livellarlo bene (aiutandosi con un cucchiaio o un batticarne).
Per la crema: montare la panna con tre cucchiaini di zucchero in un contenitore possibilmente metallico e messo a raffreddare qualche minuto in freezer, poi riporla in frigo.
Mettere a bagno la colla di pesce in acqua fredda per 10'; dopo averla strizzata, scioglierla in un pentolino a fuoco basso con un cucchiaio di acqua, spegnere e lasciarla freddare un po'. Intanto in una ciotola capiente lavorare con le fruste la robiola e lo yogurt con lo zucchero restante e la scorza di limone (solo la parte gialla!); poi aggiungere la gelatina, avendo cura di continuare a lavorare la crema.
Unire la panna montata al composto, mescolando molto delicatamente con un cucchiaio per non smontarla.
Versare la crema sulla base raffreddata, livellare bene e riporre in frigorifero per almeno 3 ore. Più tempo passa in frigorifero, migliore sarà la consistenza finale del dolce.
Ed ecco il risultato :-)
mercoledì 28 luglio 2010
venerdì 23 luglio 2010
il posto giusto
Essere ligure, anzi, genovese, ma emigrata in Padania da più di vent'anni, implica, inevitabilmente, alcune nostalgie.
O meglio, alcuni richiami tangibili alla mia terra d'origine, soprattutto quando si tratta di simboli potentemente significativi per la mia esistenza.
Uno di questi è certamente il basilico che, non appena la stagione lo permette, non manca mai a casa mia.
Soprattutto d'estate ne ho sempre una o più piantine sul terrazzo ed una in casa dedicata al pronto uso domestico.
Quelle fuori si nutrono di luce solare ed annaffiature intelligenti.
Quella in casa, invece, nei periodi di peggior caldo, ha sempre subito gli effetti dell'aria condizionata che faceva avvizzire in tempi brevissimi le preziose profumate foglie.
Ma solo fino a qualche giorno fa: ho infatti avuto un'intuizione ed ho ho spostato il vasetto, contenente i rametti recisi, dal lavello a sopra il frigorifero, il quale, trattandosi d'una casa tutt'altro che normale ed in perfetta sintonia con i suoi anomali inquilini -bipedi e quadrupedi-, si trova in un ripostiglio creato a suo tempo per alloggiare, da un lato, l'irrinunciabile elettrodomestico ed una comoda scaffalatura variabile dall'altro (leggi: pannelli di legno con reggiripiani spostabili a piacere).
Da allora, al riparo dal pernicioso effetto deumidificante, la mediterranea manifestazione odorosa in foglie ha mantenuto sufficientemente a lungo il suo vigore aulente.
Anzi, mi ha addirittura ringraziata visibilmente: ed è fiorita.
Perché stare al posto giusto è molto importante.
A volte può perfino migliorarti la vita.
Anche se sei solo una piantina di basilico...
O meglio, alcuni richiami tangibili alla mia terra d'origine, soprattutto quando si tratta di simboli potentemente significativi per la mia esistenza.
Uno di questi è certamente il basilico che, non appena la stagione lo permette, non manca mai a casa mia.
Soprattutto d'estate ne ho sempre una o più piantine sul terrazzo ed una in casa dedicata al pronto uso domestico.
Quelle fuori si nutrono di luce solare ed annaffiature intelligenti.
Quella in casa, invece, nei periodi di peggior caldo, ha sempre subito gli effetti dell'aria condizionata che faceva avvizzire in tempi brevissimi le preziose profumate foglie.
Ma solo fino a qualche giorno fa: ho infatti avuto un'intuizione ed ho ho spostato il vasetto, contenente i rametti recisi, dal lavello a sopra il frigorifero, il quale, trattandosi d'una casa tutt'altro che normale ed in perfetta sintonia con i suoi anomali inquilini -bipedi e quadrupedi-, si trova in un ripostiglio creato a suo tempo per alloggiare, da un lato, l'irrinunciabile elettrodomestico ed una comoda scaffalatura variabile dall'altro (leggi: pannelli di legno con reggiripiani spostabili a piacere).
Da allora, al riparo dal pernicioso effetto deumidificante, la mediterranea manifestazione odorosa in foglie ha mantenuto sufficientemente a lungo il suo vigore aulente.
Anzi, mi ha addirittura ringraziata visibilmente: ed è fiorita.
Perché stare al posto giusto è molto importante.
A volte può perfino migliorarti la vita.
Anche se sei solo una piantina di basilico...
mercoledì 14 luglio 2010
la fine del mondo
Ultimamente mi trovo troppo spesso a pensare che se davvero finisse il mondo il prossimo 21 dicembre 2012 non sarebbe neanche male.
In fondo, per tante cose, è già finito da tempo.
E' finito il rispetto.
E' finita la bellezza.
E' finito il buon senso.
E l'accuratezza.
E quel che è peggio, è finito l'amore, ucciso dall'indifferenza di chi ha spento il cuore.
(rime assolutamente involontarie...)
In questo mondo non esistono i mulini bianchi.
Ma tanti mulini a vento. Milioni.
E poche, pochissime persone come me che si ostinano a sbatterci contro e farsi del male. Tanto male.
Da soli, a combattere una guerra, già data per persa in partenza.
Una guerra santa, dove si muore sempre dalla stessa parte della barricata.
Sto per arrendermi, anch'io, a questo stato di cose.
Magari non oggi.
Magari non domani.
Ma prima o poi succederà.
Per ora, intanto, resisto.
Ma non so ancora per quanto.
mercoledì 7 luglio 2010
domenica 4 luglio 2010
sabato 3 luglio 2010
le ultime due novità. anzi, tre...
14 giugno:
Qualcuno se n'è andato...
(il divano, non Emily, che qui lo saluta come un caro amico...)
Qualcuno è arrivato (il divano nuovo...)
e qualcuno se n'è subito impossessato...
E poi ci sono loro...
(presto altre foto aggiornate, nel frattempo i mici sono diventati più grandi e più belli che mai...)
Qualcuno se n'è andato...
(il divano, non Emily, che qui lo saluta come un caro amico...)
Qualcuno è arrivato (il divano nuovo...)
e qualcuno se n'è subito impossessato...
E poi ci sono loro...
(presto altre foto aggiornate, nel frattempo i mici sono diventati più grandi e più belli che mai...)
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