per descrivere come mi sento in questi ultimi giorni.
Quando qualcuno mi chiede "come stai", non so davvero cosa rispondere.
Io che ho sempre avuto la risposta pronta, l'ultima parola su tutto e tutti.
E ora, muta, afona, vuota.
Ho dato spazio alle mie sensazioni attraverso le parole di chi l'ha saputo comunicare meglio di me.
Ho portato solo canzoni: testi che qualcun altro ha scritto prima di me, intensi, profondi, drammatici e incredibilmente vicini, anche se scaturiti da altri cuori, altre menti, altre mani che li hanno tradotti in poesie musicali.
Riesco solo a pensare che nulla dura per sempre, che siamo solo polvere nel vento [dust in the wind], che è da troppo tempo che mi sento giù [down so long] e che non avrebbe neanche senso vivere per sempre, quando l'amore deve morire [who wants to live forever, when love must die].
Non ho voglia di parlare, meglio godersi il silenzio [enjoy the silence], tutto quello che volevo era qui, fra le mie braccia [all I ever wanted is here in my arms].
E ora non c'è più nulla: solo quello che la rabbia ha frantumato ed ha ridotto in sabbia.
Vorrei trovare la forza di scagliare tutti i miei guai nel mare blu e profondo [take all my troubles and throw them into the deep blue sea]; ma per ora riesco solo a guardare, seduta sulla riva della vita che scorre via inesorabile, l'oceano nero ed infinito della mia amara tristezza.
Un omaggio per Pittino.
10 mesi fa
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