giovedì 14 settembre 2006

il vero viaggio

Oggi è uno di quei giorni in cui niente di quello che DESIDERO accade.
Non che sia una brutta giornata, però.
Si, piove, ma non mi da fastidio, anzi.
Ma tutto quello che vorrei succedesse, semplicemente, non accade.
E resto lì, a guardare una sfera di cristallo opaca, che non riflette nulla sulla superficie e non le si può neanche guardare attraverso.













Il caldo della scorsa settimana, oltre che togliermi il fiato e la forza di scalare i paesi dell'Umbria, mi ha rovinato quel poco di entusiasmo che avevo riposto nel viaggio.
Io NON amo viaggiare, ogni volta me ne rendo conto sempre di più.
Eppure ogni volta ci ricasco, compio sforzi disumani per preparare bagagli, seguire itinerari, adattarmi a nuove culture, nuovi contorni, nuove realtà.
Poi, per una strana forma di magia, quando sono a destinazione, divento parte integrante del luogo, come se non fossi una turista, ma una del posto.
E allora ripartire è una fatica doppia; dopo aver compiuto un miracolo per reinventare un'altra me, che non sapevo d'avere nascosta da qualche parte, dover impacchettare le sensazioni e andarsene sembra davvero inutile.

Tornare a casa è smettere di faticare.
Il vero riposo comincia dopo aver disfatto l'ultima valigia, scaricato l'ultimo sacchetto contenente ricordi e frammenti della vacanza.

Viaggiare non fa per me.

La fantasia è il mio unico mezzo di spostamento.
I miei pensieri l'unico bagaglio che voglio portare con me, senza bisogno di piegarli, chiuderli e sentirne il peso sulla schiena.
Seduta in terra, tra ricordi e sensazioni, posso partire e tornare in un battito di ciglia, in un respiro profondo andare al di là delle mie certezze e tornare quando voglio.
Senza bisogno di valigie, strade da percorrere e orari da rispettare.
Il viaggio che preferisco e che sento mio è quello dentro di me.














Ed è appena cominciato.

1 commento:

fabio r. ha detto...

sull'arrivare-sentirsi a casa-ripartire con dolore ti capisco benissimo!!! IO non mi muoverei dal divano con i miei mici, ma un po' per lavoro, un po' perchè da poliglotta mi "costringo" a muovermi per fare esperienza (in tedesco Erfahrung, la paola si connette appunto a fahren, viaggiare!) ed allora mi separo con dolo re dai miei gatti e con preoccupazione dai miei genitori anziani, con l'eterno timore che qualcosa vada storto. Ma sono pessimista e fatalista (ho pronto un testamento precisissimo..) quindi mi spingo a staccare la spina per un po'...
un abbraccio!