Ogni nuvola ha un profilo argentato.
Ossia: ogni brutta situazione contiene
un aspetto positivo. Questo proverbio si usa (N.d.B.: in inglese) come incoraggiamento a chi è
sopraffatto dalle difficoltà e non riesce a vedere nulla di positivo per il
futuro.
L’origine del detto deriva da un’opera
di John Milton “Comus: A Mask Presented at Ludlow Castle” del 1634.
“I
see ye visibly, and now believe
That
he, the Supreme Good, to whom all things ill
Are
but as slavish officers of vengeance,
Would
send a glistering guardian, if need were
To
keep my life and honour unassailed.
Was
I deceived, or did a sable cloud
Turn
forth her silver lining on the
night?
I
did not err; there does a sable cloud
Turn
forth her silver lining on the
night,
And
casts a gleam over this tufted grove.”
Da allora in poi “Nuvole” e “profili argentati”
furono termini usati spesso in letteratura, solitamente citando Milton e riferendosi
frequentemente ad essi come “le nuvole di Milton”. Ma non si sentirà parlare
della popolare forma proverbiale “Ogni nuvola ha un profilo argentato” prima
dell’arrivo dell’edificante linguaggio dell’Inghilterra vittoriana.
La prima occasione in cui venne espresso
inequivocabilmente tale
concetto arrivò nel 1840, nel “The Dublin Magazine, Volume I” nella recensione
del romanzo “Marian; or, a Young Maid's Fortunes”
di Mrs S.Hall, pubblicato nel 1840:
“Come dice Katty Macane, “c’è un
profilo argentato in ogni nuvola che navighi per il cielo, se solo riusciamo a
vederlo”.
“C’è una profilo argentato per ogni
nuvola” era la forma che il proverbio aveva assunto durante l’era vittoriana.
La forma attuale “Ogni nuvola ha un
profilo argentato” apparve nel 1849 in un’altra recensione letteraria.
In “The New monthly belle assemblée,
Volume 31” venne inclusa quella che fu fatta passare per una citazione del libro
di Mrs S.Hall, ma che, in effetti, non appariva in “Marian”, dove invece si
riportava il testo originale di Milton.