martedì 26 gennaio 2010

come polvere nel vento



I close my eyes
only for a moment
and the moment's gone
all my dreams
pass before my eyes a curiosity
dust in the wind
all we are is dust in the wind

Same old song
just a drop of water
in the endless sea
all we do
crumbles to the ground
though we refuse to see
dust in the wind
all we are is dust in the wind

Now, don't hang on
nothing last forever
but the earth and sky
it slips away
and all your money
won't another minute buy

Dust in the wind
all we are is dust in the wind
dust in the wind
everything is dust in the wind

dedicato a Mamit e a tutti coloro che hanno perso una parte della loro vita, come polvere nel vento...

domenica 24 gennaio 2010

dolcezze (?) teutoniche

Prendo spunto (e gli restituisco il favore) da un vicino di blog, il buon Fabio, il cui amore per la lingua tedesca è non solo dovuto a motivi professionali, ma ad una vera e propria passione personale; e chiedo ufficialmente il suo aiuto/intervento, così come a chiunque altro conosca bene l'idioma germanico, per tradurre una misteriosa bustina di spezie che è spuntata fuori da un cassetto della cucina e della quale vorrei proprio sapere l'uso appropriato.

Ecco quindi l'integrale trascrizione della bustina in questione, riportata con estrema fatica in quanto, con questo stramaledetto mac, non sono riuscita a trovare la combinazione da tastiera per ottenere i vocali con l'umlaut, quindi ho volgarmente fatto "copia e incolla".

HONIGLEBKUCHEN
Gewürzmischung
Zutaten: Zimt, Anis, Koriander, Nelken, Orangenschalen, Zitronenschalen, Muskat, Cardamom, Piment.
Anwendung: Beutelinhalt ausreichend für 500 g Mehl.
Tipp
: Geben Sie zum Honigkuchenauflauf eine Rotweinbirne: 1/2 Liter Rotwein mit 1 Fuchs Zimtstange, 2 Fuchs Nelken ganz und 3 Esslöffel Zucker aufkochen. Abgetropfte Baby-Birne aus der Dose zugeben und 24 Stunden im Kühlschrank ziehen lassen.

Grazie ad un dizionario on line, ho tradotto gli ingredienti e capito che si tratta di un panforte al miele e spezie, con vino rosso e pere, quindi molto accattivante dal mio punto di vista, anzi, di gusto.
Ma ad un certo punto escono fuori "volpi di cannella" (???) e allora mi sa che non c'ho capito una mazza.
Poi, guardando il loro sito http://www.fuchs-gewuerze.at/, capisco che FUCHS è la marca e le volpi, per fortuna, non c'entrano nulla :-D!!!

Quindi, teutofili della rete, venite a darmi un aiuto, che magari ci scappa pure una fettina di dolce...

giovedì 21 gennaio 2010

riassunto veloce

Veloce, si: chè non c'è molto di cui valga la pena parlare.
Stamattina, finalmente e dopo settimane in cui il pensiero mi tormentava anche di notte, sotto forma di incubo, sono tornata ad Orribilandia.
Motivo ufficiale: assemblea sindacale.
Motivo ufficioso (ma più importante): recuperare le cose MIE.
Proprio come in quelle scene (viste solo nei film americani) in cui la licenziata di turno prende e mette tutto in una scatola, sotto lo sguardo compassionevole e/o invidioso dei colleghi che restano; il primo che mi viene in mente: "Una donna in carriera".

Con la sottile differenza che nel mio caso non ci sarà Harrison Ford a salvarmi la vita, economica ed affettiva. Peccato.
Per cui, oltre ad uno smagliante sorriso, dietro al quale si celava la sincera e profonda sensazione di liberazione, i colleghi hanno assistito ad una specie di testamento, in cui ho lasciato le cose d'ufficio ad uno di loro (cancelleria varia) ed ho letteralmente gettato nella spazzatura i miei appunti e la mia esperienza decennale.
Poi ho riposto con cura nella scatola alcuni oggetti personali, ricordi di chi se n'era già andato prima di me e, cosa a cui tenevo più di tutte, ho acceso il computer, ho letto la posta arretrata (più che altro spam: orribilandia è carente in tutto, specie da un punto di vista informatico) ed ho recuperato i miei quasi 50mb di immagini, pazientemente raccolte in anni ed anni di navigazione in rete e non solo, quelle con cui, durante la mia assenza dall'ufficio, donavo un po' di bellezza all'orrendo "open office", grazie al loro scorrere sul monitor del "mio" pc.
Dopodiché ho salutato chi meritava (pochi) e me ne sono andata via, caricando scatola ed un borsone in auto, chè ormai mi mancava l'aria, già pesante di suo da sempre.
Per dovere di cronaca, va detto che al momento la situazione è tutt'altro che chiara: i sindacati hanno parlato di tagli, ma solo negli uffici, senza essere in grado di dire tra quanto e in quale misura (per cui presumo che intanto fino al 20 febbraio resterò in cassaintegrazione e poi chissà).
Mi mancano i dettagli precisi in quanto sono arrivata in ritardo, in parte volutamente ed in parte a causa del ghiaccio che ho impiegato mezz'ora a togliere dall'auto.
Ma quello che ho sentito è stato sufficientemente demoralizzante ed ha purtroppo confermato i miei sospetti.
Però rimane questa sensazione di estrema leggerezza: al momento è più forte di tutto.
Forse non voglio prendere atto della situazione reale.
O forse sto già guardando avanti: e non me ne rendo ancora conto.

lunedì 11 gennaio 2010

dalla colonia (18) - benvenuti in paradiso

Immagini che parlano da sole. Qui...

riflessioni pseudomaterne

(11 gennaio 2010)
Sono contenta di non essere mamma.

Perché tra le tante cose imbarazzanti di questo mondo, dovrei cercare di spiegare ai miei figli che il successo non è quasi mai direttamente proporzionale all'intelligenza: almeno non in questi ultimi anni di proliferazioni di grandi sorelle e piccoli fratelli incoronati, di gente che, ad averla per figli, una volta ci si sarebbe vergognati come ladri: e invece oggi li si manda in televisione, per garantir loro un futuro, meglio d'una bella pensione.
Anzi, un albergo, facciamo vedere che abbondiamo...
E poi perché dovrei spiegar loro che da un lato c'è gente (pazza) come la loro mamma (io), che, nonostante la cassaintegrazione e l'incertezza economica, esce tutte le mattine, anche con la pioggia ed il freddo, per dar da mangiare ad una manciata di gatti dimenticati da dio (che non esiste, come si evince in questi frangenti) pur avendone già quattro a casa;
che, quando posteggia, cerca sempre di farlo con rispetto ed intelligenza in modo che lo spazio predisposto sia utilizzabile al meglio;
che s'intestardisce a differenziare i rifiuti, creando un'anteprima di smistamento sul terrazzo, con almeno cinque sacchetti diversi secondo la tipologia da conferire;
che quando gira in auto segnala sempre dove va, sia a sinistra, sia a destra, con gli appositi indicatori di direzione, altrimenti detti frecce;
che quando va a fare la spesa, lascia quello che non le serve dove l'ha trovato e quando è alla cassa, si sposta velocemente fuori dalla coda, per non intralciare chi viene dopo e finisce di riempire i sacchetti lontana dalla cassa.
E che, invece, dall'altro lato ci sono bastardi infami che non solo abbandonano, come cose inutili, poveri animali innocenti, ma infieriscono su di loro e sul lavoro paziente di chi li ama e cerca di proteggerli, "tanto chissenefrega, sono solo animali";
che quando posteggiano, lo fanno alla stracazzo della loro mamma vacca, mettendo l'auto come viene, "tanto chissene frega, sono gli altri che non sanno posteggiare";
che quando gettano l'immondizia e magari la campana raccoglivetro è piena, lasciano famiglie di sacchetti vari a terra, "tanto chissenefrega, li tirerà su il netturbino";
che quando guidano, la strada è la loro, quindi possono cambiare direzione quando cazzo vogliono e senza usare le frecce, "tanto chissenefrega, le frecce le usavano gli indiani; e poi quelli dietro stiano attenti a quello che faccio io, se non sanno guidare che vadano a piedi";
che quando vanno al supermercato, prima riempiono il carrello con un sacco di cose, anche discutibili; poi, ricordandosi che forse tre confezioni di gelato non ci stanno nel friser, abbandonano quella in più nel primo scaffale che capita, meglio se tra i rotoloni di carta o i sottaceti, "tanto chissenefrega c'è qualcuno che li metterà a posto, se no cosa li pagano a fare"; poi, quando arrivano alla cassa, restano nel corridoio davanti al nastro trasportatore anche quando la loro spesa è stata tutta scannerizzata dalla cassiera, invece di spostarsi in avanti; ed infine, mentre pagano, cominciano a mettere la spesa nei sacchetti con calma,"tanto chissenefrega della gente in coda, se ha fretta scelga un'altra cassa".
Ecco, proprio non saprei come far passare per naturale ed ineluttabile una realtà del genere ai miei figli.
Forse perché, a quarantun anni, non sono ancora riuscita a farla sembrare accettabile neanche a me.

domenica 10 gennaio 2010

venerdì 8 gennaio 2010

anno nuovo, vita amara. e pure magra.

Il 2009, nonostante tutto, è finito relativamente bene, con l'adozione di Briciola.
La sera di Capodanno, così come già per la vigilia di Natale, è stata normale.
Cena al giapponese con il comproprietario, tanto per non lavare i piatti.

Serata veloce, avendo incontrato due amici che non vedevamo da parecchi anni, con i quali si è arrivati presto a fine serata.

Rientro alle ore 23,30, per assicurarmi che le micie, compresa Trilly in garage, non si spaventassero per i consueti botti dei consueti idioti, duri a morire.

Infatti la mezzanotte è sopraggiunta, e non me ne sono neanche accorta, mentre avevo Chloe in braccio e tentavo di togliermi trucco e lenti (cose che le gattare sanno fare benissimo tutte contemporaneamente).
Finito, gettato alle spalle.
Il 2010 è iniziato con pranzo leggero, acquistato, come per natale, in gastronomia: tre antipasti e due primi in due. Niente di esorbitante, quindi.

Per cui, a differenza di tanti che ho letto e sentito nei primi giorni del nuovo anno, non ho alcun centimetro, né chilo in più contro cui combattere.

Combatto invece contro un nuovo motivo di amarezza, come non bastassero quelli ereditati dall'anno scorso.

Il 2 gennaio, infatti, ho avuto comunicazione, a mezzo raccomandata, del prolungamento della cassaintegrazione fino al 20 febbraio 2010: ma la cosa 'splendida' è che non solo lo stipendio sarà ridotto, per effetto di tale procedura, a circa 800 euro, (che, considerando l'attuale risparmio di benzina di circa 200 euro al mese, mi fanno arrivare più o meno allo stesso salario di prima), ma non essendo - così dissero a dicembre - i nuovi padroni in grado di anticipare le paghe dei cassaintegrati, la corresponsione dell'importo spetterà direttamente all'INPS: ciò purtroppo significa che, anziché il prossimo lunedì, come per gli altri dipendenti regolarmente al lavoro, la paga di dicembre mi verrà corrisposta, che tutto vada bene, non prima di metà febbraio. Evviva...


Comunque, nonostante la mia nota intolleranza a Venezia, la quale, per una sorta di 'overloading sensoriale' mi causa SEMPRE una fastidiosa emicrania da 'forzata turistica', ieri sono riuscita ad andare alle Gallerie dell’Accademia, in occasione di una particolare esposizione (questa) che terminerà il prossimo 10 gennaio e a cui tenevo particolarmente per via d'un particolare disegno, che amo da circa 30 anni.

Insomma, una voce da cancellare dalla lista delle "cose da fare prima di morire".

A parte quanto sopra, la vita procede al solito modo, con l'imperterrita missione felina che mi vede impegnata ogni mattina e con qualunque tempo; stamattina, sotto una fastidiosa pioggia, T. ed io siamo andate alla colonia, dove purtroppo c'erano solo Eolo e Cloudy.
Abbiamo riempito velocemente la mangiatoia di cibo umido e secco e siamo sconsolatamente tornate a casa, confidando che i mici arrivassero a nutrirsi in un momento di tregua pluviale.

Che però, finora, non c’è stata.

Il che mi porta a sperare, per quanto possibile, in un miglioramento meteorologico.
Per quanto, in questo, come in altri momenti, il termine "sperare" suoni tanto come un irritante eufemismo di “farsi
volontariamente prendere per il culo dalla vita”.
Buon anno, comunque...