Per anni ho disegnato buste chiuse.
Poi, un giorno, ho girato il foglio e ho scoperto che si trattava di aquiloni ....
venerdì 30 settembre 2005
giovedì 29 settembre 2005
chet baker sotto la pioggia
Sembra che quest'anno passerà alla storia come uno dei più piovosi del nuovo millennio. Probabilmente perchè è appena iniziato e già c'è qualcuno che spende neuroni per fare statistiche e classifiche.
Piove, anzi, diluvia.
Attraverso il vetro e l'intermittente altalena dei tergicristalli, il mondo mi appare diluito.
Tutto è confuso, il sopra è sotto, il basso sale verso l'alto.
Sembra quasi di nuotare, la mia auto è immersa in un anomalo mare grigio.
Schiaffi acquosi mi urtano e avvolgono tutto.
La pioggia scende con violenza: se chiudessi gli occhi, non vedrei meno di quello che scorgo al di là del parabrezza, scudo trasparente tra me e la rabbia del temporale.
Le calme note algide di Chet Baker in sottofondo stemperano con un tocco di vellutata malinconia la drammatica situazione atmosferica fuori del mio guscio a quattro ruote.
Note e gocce formano disegni sempre diversi davanti a me, una tenue condensa le raccoglie in una ragnatela umida e inafferrabile.
Nuvole basse color terra si agitano minacciose poco lontano; a brevi momenti di tregua s'alternano minuti di furia liquida che sembrano interminabili.
Sciami di foglie gialle si mescolano alla pioggia.
Su un pentagramma di fili d'argento, gli alberi scrivono meste melodie d'autunno.
Piove, anzi, diluvia.
Attraverso il vetro e l'intermittente altalena dei tergicristalli, il mondo mi appare diluito.
Tutto è confuso, il sopra è sotto, il basso sale verso l'alto.
Sembra quasi di nuotare, la mia auto è immersa in un anomalo mare grigio.
Schiaffi acquosi mi urtano e avvolgono tutto.
La pioggia scende con violenza: se chiudessi gli occhi, non vedrei meno di quello che scorgo al di là del parabrezza, scudo trasparente tra me e la rabbia del temporale.
Le calme note algide di Chet Baker in sottofondo stemperano con un tocco di vellutata malinconia la drammatica situazione atmosferica fuori del mio guscio a quattro ruote.
Note e gocce formano disegni sempre diversi davanti a me, una tenue condensa le raccoglie in una ragnatela umida e inafferrabile.
Nuvole basse color terra si agitano minacciose poco lontano; a brevi momenti di tregua s'alternano minuti di furia liquida che sembrano interminabili.
Sciami di foglie gialle si mescolano alla pioggia.
Su un pentagramma di fili d'argento, gli alberi scrivono meste melodie d'autunno.
martedì 27 settembre 2005
piccoli passi ...
per arrivare ad una soluzione. Piccoli passi per non sentire il dolore e la rabbia. Piccoli passi per progredire, impercettibilmente, verso la crescita, il cambiamento, la sfida e forse la speranza che davvero, tutto, ha un senso.
Piccoli passi per ritrovare il sorriso, la gioia, la calma, la serenità. Per non sentire la voglia di fuggire, per lasciarla urlare fuori dalla mia anima.
Piccoli passi per rimettersi in gioco, per provare a me stessa che ce la posso fare, anche se non so da dove cominciare.
Piccoli passi per non perdere altri istanti, perchè, comunque, non torneranno.
Per non perdere neanche un secondo senza che sia valsa la pena averlo vissuto.
Piccoli passi per ritrovare il sorriso, la gioia, la calma, la serenità. Per non sentire la voglia di fuggire, per lasciarla urlare fuori dalla mia anima.
Piccoli passi per rimettersi in gioco, per provare a me stessa che ce la posso fare, anche se non so da dove cominciare.
Piccoli passi per non perdere altri istanti, perchè, comunque, non torneranno.
Per non perdere neanche un secondo senza che sia valsa la pena averlo vissuto.
martedì 20 settembre 2005
la tempesta non smette mai
È vero, non smette mai, una volta che l'hai incontrata, non le sfuggi più.
Puoi chiudere le finestre della tua anima, la porta del tuo cuore, ma la tempesta, prima o poi, ti raggiunge.
E ti sconquassa.
Fin nel profondo.
E ti lascia così, senza un tetto, senza difese, nel freddo, nella pioggia, nella rabbia della tua impotenza di fronte alla forza della natura.
Ma ti ricorda che sei VIVO: che devi stare attento, la prossima volta potrebbe anche essere peggio, se non starai attento.
La tempesta ti seguirà ovunque, con il suo grigio minaccioso, con i suoi sibili di vento...
Ma ti ricorderà che sei VIVO.
E che dovrai imparare a ripararti meglio dalla sua violenza, perchè quando arriva, l'unica cosa è lasciarla passare, inutile correrle dietro, o cercare un rifugio quando è troppo tardi e sei già inzuppato fino all'osso.
La tempesta non ha fretta: ma, al contrario di te, sa sempre quando è l'ora di tornare a farsi sentire.
Perchè la tempesta non smette mai.
Puoi chiudere le finestre della tua anima, la porta del tuo cuore, ma la tempesta, prima o poi, ti raggiunge.
E ti sconquassa.
Fin nel profondo.
E ti lascia così, senza un tetto, senza difese, nel freddo, nella pioggia, nella rabbia della tua impotenza di fronte alla forza della natura.
Ma ti ricorda che sei VIVO: che devi stare attento, la prossima volta potrebbe anche essere peggio, se non starai attento.
La tempesta ti seguirà ovunque, con il suo grigio minaccioso, con i suoi sibili di vento...
Ma ti ricorderà che sei VIVO.
E che dovrai imparare a ripararti meglio dalla sua violenza, perchè quando arriva, l'unica cosa è lasciarla passare, inutile correrle dietro, o cercare un rifugio quando è troppo tardi e sei già inzuppato fino all'osso.
La tempesta non ha fretta: ma, al contrario di te, sa sempre quando è l'ora di tornare a farsi sentire.
Perchè la tempesta non smette mai.
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