Torta di Zia Maina
Ingredienti:
per la pasta frolla: 250 g di farina, 125 g di burro, 70 g di zucchero, 2 tuorli d'uovo (possibilmente di galline allevate a terra!), un pizzico di sale, 1/4 di dl di acqua, 1/2 limone non trattato.
Per la farcitura: 100 g di mandorle (pelate o no), 100 g di amaretti, 2 albumi, 200 g di marmellata di prugne.
Mescolare la farina con il sale, lo zucchero e la scorza grattuggiata del limone (io ne ho messo più di mezzo!); versarla sulla spianatoia in modo da formare una fontana e al centro mettere il burro ammorbidito a pezzetti, i tuorli d'uovo e l'acqua. Lavorare gli ingredienti per pochi minuti fino ad ottenere un impasto abbastanza omogeneo, ma non ancora elastico.
Ok, fin qui la teoria: la pratica, come si può immaginare, è stata un po' più complicata.
Era la prima volta che impastavo qualcosa e la mia "spianatoia" è in realtà una specie di tovaglia di plastica, fabbricata da una famosa casa produttrice di contenitori ermetici, il che ha aggiunto difficoltà a quelle che già c'erano in partenza :-/
Ma non mi sono arresa: con le mani impiastricciate e non sapendo bene cosa ne sarebbe venuto fuori, ho continuato a raccogliere gli ingredienti dispettosi che cercavano di sfuggire dalle mie mani inesperte e mentre farina, burro, uova e zucchero sembravano divertirsi un sacco, ecco che nasceva una pallotta appiccicosa e dolcissima, profumata di limone, una nuova creatura, sconosciuta e malferma come un cucciolo appena nato, ma con dentro di sè il destino di dare vita a qualcosa di speciale.
Completato l'impastamento, ho diligentemente riposto il cucciolo di torta nel frigo per mezz'ora, avvolgendolo con la pellicola trasparente come da istruzioni.
Nel frattempo - proprio come si legge nelle ricette "serie" :-D - ho montato a neve gli albumi e ho poi aggiunto le mandorle e gli amaretti precedentemente tritati.
Mi sono accorta che due albumi sono pochi, presumo che con tre la farcitura sarebbe risultata più fluida oppure avrei potuto diluirla con un po' di latte (si accettano consigli :-D!).
Trascorsa la mezz'ora prevista, ho tirato fuori la pallotta dal frigo, l'ho stesa (sempre sulla tovaglia di cui parlavo sopra) con il mattarello e poi ho cercato di trasferirla nella teglia.
Un disastro!!! La sfoglia non voleva saperne di staccarsi dalla plastica, ma senza farmi prendere dal panico, ho cercato di separarla nel modo migliore e di farla cadere nella teglia senza troppi danni.
Con l'impasto avanzato ho ricavato dei "serpentini" con cui ho creato i bordi della base della torta. Poi, con l'ultimo pezzetto rimasto, ho creato il cuore al centro della torta: una specie di rito, con cui ho trasferito in quel cuore dolce e tenero le mie ferite e le mie lacrime amare, così che il calore del forno potesse curare le prime ed asciugare le seconde.
Poi ho spalmato la marmellata di prugne: e questo è stato facile :-)
Invece la farcitura s'era un po' indurita e la stesura non è risultata uniforme, per cui la torta ha quell'aspetto un po' "crepato" :-(
Completata l'opera ho messo tutto nel forno: la temperatura corretta sarebbe 180°C per 30 minuti: ma siccome ANCHE il forno non collabora e "ruba" qualche grado, ho messo a 200°C con la ventilazione accesa e ho atteso che passasse il tempo necessario, osservando impaziente attraverso il vetro l'evolversi della situazione.
A questo punto, mentre osservavo la cottura, m'è venuto in mente che non avevo imburrato la teglia (!), per cui ho sperato che la torta si sarebbe comunque staccata agevolmente una volta terminata la cottura. La cosiddetta "speranza della principiante" :-1
Trascorsi i trenta minuti, ho controllato che l'impasto fosse cotto infilando nel dolce uno stuzzicadenti: verificato che quest'ultimo ne usciva asciutto, ho estratto la torta e l'ho subito messa fuori a raffreddare, confidando che la bassa temperatura esterna (2°C alle 18.30) fosse utile a scongiurare l'attaccamento alla teglia.
Dopo 3/4 d'ora di raffreddamento ho ritirato la torta: sembrava a posto, ma ora veniva un'altra fase pericolosa: toglierla dalla teglia e trasferirla in un piatto.
Con il solo aiuto dell'istinto, ho staccato delicatamente la torta usando una paletta di plastica, poi, usando la tovaglia per impastare come coperchio, ho ribaltato la teglia: e la torta s'è staccata bene!
Poi ho messo un piatto sulla torta rovesciata e con un altro giro l'ho fatta tornare a faccia in su.
Il giorno dopo, la prova finale: assaggiarla.
Per fortuna, oltre che essere buona da cruda, lo è anche da cotta :-)
Si rompe un po', ma considerato che è una mia creatura, le "crepe" fanno parte del motivo per cui è stato tentato l'esperimento: quello di verificare che, anche da qualcosa di spezzato può rinascere qualcos altro di nuovo.
E, soprattutto, che è anche buono.
Un omaggio per Pittino.
10 mesi fa
2 commenti:
Sono stata anch'io una ZiaMaina....per il nipote, taaanti anni fà...poi, quel bicchier d'acqua e il mio ultimo quadro, i GATTI...insomma ho dovuto"soggiornare" nel tuo blog....
Allora ti do un consiglio, anzi due,per le crostate: quando il malloppo esce del frigo,lascialo a temperatura ambiente per mezz'oretta, sarà più facile stenderlo e quando lo farai usa come base della carta da forno e sopra l'impasto un foglio di pellicola(il mattarello scorrerà che è una bellezza)
Mmmmmm....mi hai fatto venire una voglia.....
Ciao Marisgutta, come sei arrivata qui? Ho dato un'occhiata ai tuoi blog, molto interessanti; ammiro chi sa dipingere in maniera costante, io ho frequentato qualche corso di disegno ed acquarello, ma a parte le basi non ho mai trovato il tempo di esercitarmi e "creare" qualcosa di soddisfacente.
Ho notato che abbiamo in comune i Cuochi di Carta: è così che mi hai trovata? :-)
Se il "soggiorno" qui è di tuo gradimento, torna pure quando vuoi, anche se ultimamente non sono stata un gran "padrona di casa" :-\
Non so quanto tempo passerà prima d'aver voglia (ma soprattutto tempo) di fare un'altra torta, ma grazie per il consiglio preziosissimo.
A presto, miao =^_^=
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