martedì 24 ottobre 2006

imparando

5^ lezione d'acquarelli:















1^ lezione di scrittura creativa:
"descrivete un oggetto: se vi dice molto, il compito è facile; se non vi dice granchè, il compito è mediamente difficile; se non vi dice nulla, il compito è difficile. Se odiate quell'oggetto, il compito sarà comunque facile. La descrizione non dovrà contenere elementi autobiografici, nè riferimenti personali di alcun tipo".

(la mia espressione dopo la "consegna")
:-(

(ed ecco il risultato, non valutato dal "maestro" per mancanza di tempo, dopo una settimana di fatiche.
Quando crollano le certezze, bisogna ricominciare da capo.
Di nuovo.
Altro che mettersi in gioco ...)

"C'era una volta una tapparella, di legno, che non era contenta del suo ruolo.
Tutti i giorni qualcuno la tirava su, fino al cassettone sopra la finestra, riavvolgendola su stessa.
Se ne restava lì, al buio, fino a sera, quando veniva srotolata quasi fino a terra.
E rimaneva sveglia a guardare le notti, una dopo l'altra, fino al mattino.
Ogni giorno la stessa storia, una noia.
Che senso aveva fare quella vita?
La casa alla quale apparteneva, stanca di sentirla lamentare, un giorno le disse:
"Cara Tapparella, perchè ti lamenti sempre della tua vita?".
E la tapparella, con la voce attutita, dato che era riavvolta dentro il cassettone:
"Perchè almeno una volta ero parte di un albero, in un bel bosco, sentivo il canto degli uccelli, il soffice tocco della nebbia, la dolcezza del sole di primavera.

E poi profumi, colori, mai un giorno uguale all'altro.
Invece, qui, la mattina tirata su, la sera tirata giù.
Una noia, davvero una gran noia".
La casa la lasciò sfogare e poi le disse:
"Vedi cara, tu sei come le palpebre degli occhi che sono le mie finestre; se non ci fossi tu, non potrei riparare il mio interno dalla luce troppo forte dell'estate o dal freddo dell'inverno; invece, grazie a te, ogni giorno mi sveglio e apro gli occhi sul mondo intorno.
E quando la sera arriva l'ora di farti uscire dal cassettone, è come darsi la buona notte e augurarsi un meritato riposo.
Anche se ora non sei più nel bosco, le stagioni cambiano ancora davanti a te, puoi ancora sentire i rumori ed i suoni che fanno di ogni giorno un giorno speciale.
Ma fintanto che continuerai a lamentarti, l'unico colore che vedrai sarà il grigio della tua tristezza e l'unico suono che percepirai quello delle tue lagne".
La tapparella, colpita da tanta profondità, ci pensò su un attimo e vide che la saggia casa aveva ragione, dopo tutto.
Così, quando arrivò la sera, si lasciò srotolare come sempre verso terra, sapendo che un'altra notte l'attendeva col suo blu profondo e infinito.
E invece di scendere, cigolando insoddisfatta, si lasciò cadere con dolcezza, per non disturbare la casa che si preparava a dormire.
Quando toccò terra, sospirò, guardando la luna che sorgeva, argentata, in quello spicchio di cielo davanti a lei.
Ripensando a quello che le aveva detto la casa, sussurrò "buona notte" e si mise comoda ad aspettare il mattino."

1 commento:

Anonimo ha detto...

COMPLIMENTI PER IL TUO RACCONTO NON AVREI MAI PENSATO CHE ESISTESSE UNA TAPPARELLA SENSIBILE; MA NON MI MERAVIGLIO PERCHE'QUALCUNO ME LO AVEVA DETTO CHE SEI MOLTO BRAVA A SCRIVERE!!!!CONTINUA COSI' E IL TUO BLOG AVRA' SEMPRE PIU' UTENTI.
UN BACIONE GROSSO GROSSO E TI ASPETTO PER CENA VENERDI' SERA.
CIAO DA ASIOLIN