domenica 13 agosto 2006

la vie en azur

(E' un dato di fatto: quando sto bene, non "creo".)

Per qualche giorno ho ritrovato la serenità, sepolta da anni di polvere e ruggine, lavate via da sensazioni nuove eppure già note al mio cuore e al mio stomaco, entrambi in subbuglio.

Senso di liberazione, via il peso dall'anima, respiro di nuovo.
E' l'azzurro della vita - e non il rosa, che ho odio da sempre - a entrare di nuovo dentro di me.
E, uscendo, porta via la tristezza, la rabbia, l'amarezza.
Tutte legate insieme come figurine di carta ritagliate da un giornale.

L'azzurro di un lago lontano, remoto, che non ho mai visto, ma dove, forse, sono già stata una volta, tanto tempo fa.

L'azzurro degli occhi di una dolce amica, leggera come nuvole, con riflessi argentati dai raggi della luna.

La musica blu, viola, turchese e smeraldo, a Venezia.
La luce celeste che entra dagli occhi ed esce dal cuore, sfiorandone il rosso della passione e tingendosi debolmente di viola.

Nuvole bluastre, cariche di pioggia, nel temporale di ieri sera.
Il cielo ridipinto a nuovo stamattina, quasi irriverente, a dispetto della notte appena trascorsa.

Macchie di colore staccate da una tavolozza quasi dimenticata.
Il mare dell'infinita nostalgia di un sentimento accarezzato troppo poco per conoscerne abbastanza i confini.

Madame Sérénité s'è fermata poco questa volta.
E' entrata dalla porta, ma è uscita dalla finestra, che lasciata incautamente aperta.
Ispirazione e malinconia, gelose della nuova inquilina, hanno subito preso possesso di quel posto, rimasto vuoto.

L'aria profuma ancora di fresco, di lavanda, di mare.
Madame Sérénité è partita di corsa, senza salutare.
Ma mi ha lasciato una nota, una traccia, in fondo a una pagina.
E' scritta in piccolo, in blu.
"Speranza".

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