giovedì 29 settembre 2005

chet baker sotto la pioggia

Sembra che quest'anno passerà alla storia come uno dei più piovosi del nuovo millennio. Probabilmente perchè è appena iniziato e già c'è qualcuno che spende neuroni per fare statistiche e classifiche.
Piove, anzi, diluvia.
Attraverso il vetro e l'intermittente altalena dei tergicristalli, il mondo mi appare diluito.
Tutto è confuso, il sopra è sotto, il basso sale verso l'alto.
Sembra quasi di nuotare, la mia auto è immersa in un anomalo mare grigio.
Schiaffi acquosi mi urtano e avvolgono tutto.
La pioggia scende con violenza: se chiudessi gli occhi, non vedrei meno di quello che scorgo al di là del parabrezza, scudo trasparente tra me e la rabbia del temporale.
Le calme note algide di Chet Baker in sottofondo stemperano con un tocco di vellutata malinconia la drammatica situazione atmosferica fuori del mio guscio a quattro ruote.
Note e gocce formano disegni sempre diversi davanti a me, una tenue condensa le raccoglie in una ragnatela umida e inafferrabile.
Nuvole basse color terra si agitano minacciose poco lontano; a brevi momenti di tregua s'alternano minuti di furia liquida che sembrano interminabili.
Sciami di foglie gialle si mescolano alla pioggia.
Su un pentagramma di fili d'argento, gli alberi scrivono meste melodie d'autunno.

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